Dice: ma Mustela Pandala ora parla?
Eh! Hai voglia!
Parlare, parla, ma sostanzialmente la capisco solo io; persino il papà ha difficoltà, e lei lo guarda, guarda me e ripete quel che ha detto perché io lo traduca: di fatto, sono diventata Olga Fernando.
Poi ha fatto altri progressi cognitivi… distingue il testo dalle figure, mi chiede “che è chitto quà-aaa?” sulle cose più disparate, però il più delle volte è lei a rendermi edotta di quanto contenuto nel testo: generalmente, si tratta di una dichiarazione ufficiale di proprietà: “è chitto Mu-steeeeeeeeeeeeee-la”, c’è scritto “Mustela” (e legge in tono “didattico”), è mio, dunque.
Nella sua lettura Mustelacentrica, sappiatelo, sulla bottiglia del latte, sotto il logo dell’Università La Sapienza, c’è scritto che “etto latte è bono Mustela” [questo latte ha un ottimo sapore ed è adatto al consumo da parte delle gnappette che parlano strano]
Dice: e “cacca” non lo dice più?
Eh, come no. Domenica, da d-mail, la faccio sedere sul bancone della cassa mentre pago (che è l’unico modo per poter pagare senza che lei, nel mentre, svaligi il negozio) “IO CACCA“. No, amore, cassa, con due esse.
Poi conta.
Fino a undici.
Perchè, fino a undici, e non fino a dieci, non saprei dire, fatto sta che conta, a suo modo, fino a undici… anche se il suo numero preferito sembra essere il sei.
Uuuuno, tueee, seeeeei, caatto, plimpe [il mio, di numero preferito, è ufficialmente PLIMPE], seeeei, seeeettte [a volte il sette si omette, fa rima e c’è, stacce] otto, noooe, diesi, uncici!
Ma il progresso che mi sembra più significativo è il seguente:
lo scherzone
martedì sera, tutti e tre sul divano.
A sinistra del divano ci sono delle palle di varie fogge e dimensioni.
“mamma, io bojo palla!”
“vuoi la palla?” [nella mia Olgafernanditudine, ho preso a ripeterle tutto quello che dice traducendolo in termini, se non corretti, per lo meno correNti]
“sì, io bojo palla! Quella palla là!”
“va bene…” mi sporgo per prendere la palla… e lei…
ZAK!
Veloce come un furetto, si siede dov’ero seduta io prima ed esclama
“Ahaaaa! Bello etto potto!”
E ride.
Sono finita.
Aaaaaahahahahhahahahaaahhahahahahahahahahahahahhahahahahahah
Non so perchè ma tantissimi bimbi saltano il sette contando. Non mi chiedere perchè…
Comunque sì, sei finita.
Benvenuta nel club! 🙂
secondo me, Giacobbo ci farà uno special su Voyager.
Ehi: ma lo sai che anch’io contavo fino a undici, da piccola? Mia mamma non riusciva a capacitarsi; eppure…
Ma che buffa, questa cosa: magari c’è una ragione, se lo fanno anche altri bambini e non solo io! 🙂
questa somiglianza tra te e mia figlia mi fa piacere! 🙂
In compenso, adesso sono calata e conto fino a otto.
E’ un po’ delirante, ma mi viene istintivo – cioè: se devo contare, chessò, un tot. di fogli, non mi viene da contare a gruppi di dieci – venti – trenta, ma a gruppi di otto – sedici – ventiquattro.
E se mi dicono “conta fino a dieci”, io non conto fino a dieci, ma fino a otto più due.
Ciò è totalmente folle, e forse spiega come mai avevo sempre un 6 stiracchiato in Matematica 😀
Però dicono che sia una cosa comunissima fra le persone che hanno cominciato a studiare danza fin da piccole (io ho cominciato a quattro anni): in pratica non conto numeri ma conto le battute, perché è la prima cosa che mi hanno seriamente insegnato a contare quand’ero piccola 😉
Ma ciao! Ma che bel posticino che hai messo su….comunque lorenzo ( ormai quattro anni e mezzo) quando ha iniziato a contare diceva ” uno dui te quatto tinche tei untoli otto”. fine. il nove e il dieci erano cose che non lo riguardavano. ma quello che mi faceva davvero riflettere era quell’untoli. non c’è niente di più lontano dal sette eppure per lui era quello. non ti dico quando la prima volta ha detto ” tette” . dal mio sguardo ( neanche mulder quando ha visto sua sorella) ha capito che era ad una svolta. ora però, nonostante una padronanza ( eccessiva) dei verbi parla ancora male. stiamo aspettando in regalo una bustina piena di consonanti e di virgole. ho appena telefonato alla logopedista e mi hanno fissato il primo appuntamento per il 16 di ottobre. le ho fatto notare per quel periodo sarà a londra a fare il master in economia.
baci grandi grandi
rrr
ma ciao! Benvenuta, vuoi un pasticcino?
ormai andare dalla logopedista se non dalla neuropsichiatra infantile è un must, se non ci vai sei nessuno… come si vede dalla fila!
…privatamente è un salasso?
baci e GRAZIE della visita!