c’è un bar pippiro vicino al mio ufficio.
A colazione espongono tutto un bendiddio di cornetti, ciambelle, ventagli, ma anche cannoli, torte, crostate, ciambelloni…
ordino un cappuccino e una ciambella.
Non è la prima volta che faccio colazione lì, nè la prima volta che faccio colazione con una ciambella, in genere.
La ciambella costa quanto un cornetto. Da sempre.
Pago, preparo i due euro (so che questo bar è un po’ più caro del solito dove vado, quindi dovrei pagare € 1,60 invece dei miei soliti € 1,20)
la cassiera, sorriso a mille denti: DUE EURO E QUARANTA.
Come prego?
Come scusa?
Guardo lo scontrino, si sarà sbagliata…
no, c’è proprio scritto due euro e 40 centesimi, 4.647,048 delle vecchie lire.
"Scusa, ma mi vuoi dire che la ciambella costa un euro e cinquanta?" (dico, leggendo la voce "pasticceria") – quindi di più del cappuccino, che costa 90 centesimi?
"sì…"
"più del cornetto?!"
"sì perchè sai, c’è la fabbrica… è difficile da fare…"
una ciambella?
pago, esco, e non ci rientro più.
Peccato perchè a pranzo e agli aperitivi facevano buone cose (anche se anche lì avevano alzato il prezzo)