Inizio questo post con una grandissima novità inaspettata e scoppiettante:
Mustela Pandala è ammalata.
No, davvero, eh. Sta male.
Certo, non ci ha regalato la corsa in ambulanza (col sedile mio rotto), la tac al cervello e io che fingevo di recitare in ER quando mi parlavano di analisi del liquor (poi non fatta) come lo scorso marzo, eh, ma non è che si può fare il grande show ogni volta.
Stavolta si limita a un banale raffreddore pesantissimo, con picchi di febbre (notturna, se no che gusto c’è) a 38.8, giustificati da Vediamocomeva (la nuova pediatra – Guru è in pensione) con un risolutivo “è delicata”
Però non ha le convulsioni, respira tutto sommato bene, la gola è ok, quindi… mi posso divertire. Diciamo.
Perché la criatura, come nuova divertente feature, ha il delirio.
Inizia cauta, eh, così, per non spaventarti.
Ore 3 del mattino: “mamma, penso che mi sento un po’ calda” [no amore, è un’impressione, hai trentanove, che sarà mai]
poi, dà il meglio di sè.
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L’altra sera, prima di andare a nanna, parlavo con Maritemu raccontando che mio nipote è all’ospedale, e che gli stanno facendo le flebo
“Mamma, che cos’è una flebo?” “è quando invece di darti lo sciroppo o di metterti la suppostina, ti mettono un aghetto nella mano e fanno passare da là la medicina… lo hanno fatto anche a te all’ospedale, ricordi?”
[ridendo come una pazza, la voce a paperella, la bocca protrusa tipo ochetta] “ah sì?! Ma io non la vedo! Cov’è la medicina? Cov’è? Cov’è? Non c’è nella mia mano! Aaaaah, ma forse è qui, nella mia pancia! Aaah!”
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Ieri notte, alle due, 38.8
Dopo una ingannevole fase normale tipo “mamma, fammi le coccole” “mamma, mettiti vicino a me” [e certo, amore mio, tanto questo divanoletto dove dormo con te per monitorare il febbrone sta spezzando la schiena a me, mica a te]
Mentre io sto dandomi un tono andando a prendere la medicina in fretta, ma non tanto da allarmarla
[aria inquisitoria, severissima] Mamma?!
[intimorita] ssssì?
[sempre severa] Chi ha fatto la casa?!
[incerta] …chi ha fatto…?!
[spazientita] La casa! La casa! Chi ha fatto i muri, il tetto…
[terrorizzata] Ma dici questa casa?!
[modalità adolescente “i miei non mi capiscono”] Eeeeh!
[ridendo, ormai al tracollo emotivo] degli architetti e degli operai taanto tempo fa. Quasi cento anni fa.
[nient’affatto soddisfatta] E chi ha fatto quello quadro?!
[la so! la so!] Nonno
[mo’ ti frego] E chi ha fatto quel mobile coi cd?
[zaaak, becca e porta a casa] Degli operai svedesi, ma poi l’abbiamo montato noi.
e a quel punto, prima che si interrogasse su chi aveva fatto il televisore, ché non mi ricordo dove sia la Sony, sono fuggita a prendere la medicina.
Ma mica è tutto, eh no, non la nostra piccola appestata.
A parte frasi random tipo “mamma, ma quello è un ragno, quello lampadario?”, ogni tanto mi rende edotta di cose avvenute non si sa bene quando
“mamma, lo sai che nonna non sente il termòmimo quando fa ti ti ti?” [la nonna non sente il cicalino del termometro che avvisa dell’avvenuta lettura]
“mamma, lo sai che nonna non sente nemmeno il campanello, la musica del telefono, e nemmeno io quando parlo? Io dico ‘non ho fame’ e lei dice ‘sì, ora cucino'” [sì, la nonna perde colpi, ma intanto si precipita qui con niente preavviso da 30 km di distanza a 75 anni. Io me la terrei, che dici, Mustela?]
E poi, i fuochi d’artificio
“mamma, io so contare!”
“bravissima, amore della mamma!”
“sì, senti: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto!”
…
…
“e nove e dieci, amore?!”
“no, basta otto” [scialacquatrice di una mamma]
[sempre mentre torno con in mano lo sciroppo antipiretico]
[aria di malcelato orgoglio] “mamma, sai che io so dire una cosa?”
“che cosa, tesoro di mamma?”
“CINQUANTUNO”
“cinquantuno! Però! E’ difficile cinquantuno! Brava amore! Adesso prendi la medici…”
[intuendo che non sto apprezzando a dovere] “ma mamma, io te l’ho detto perché cinquantuno E’ TANTO!”
è vero, amore, cinquantuno è tanto.
Mai come trentottoeotto nel cuore della notte, a quanto pare.
Tesoooreeeeee!!! ❤ ❤ ❤
cinquantuno tesore! 🙂
(voglio tornare a scuolaaaaa! Pure col rododendro, non importa)
Anche noi vi rivogliamo a scuola, sigh! E anche ritrovarti qui non è male…finalmente!!!!